Sapori di “Primavera”

Il consumo culturale dei fiori è riportato in vari testi antichi:

  • Il tarassaco (Taraxacum officinale L.) è citato nella Bibbia come una delle erbe amare consumate nelle insalate e nel pane azzimo.
  • Lo zafferano ( Crocus sativus L.) è menzionato nel Cantico dei Cantici, in un erbario sumero risalente al 2500 a.C., nelle tavolette assire (668–626 a.C.) e nei papiri egiziani (1550 a.C.).
  • Alcuni fiori venivano coltivati ​​dai Greci, come il carciofo, il papavero, il garofano il loto.
  • Nell’antica Roma si hanno segnalazioni di nasturzio, anice, zafferano e calendula . Alla Calendula officinalis sono dovuti i suoi effetti antiossidanti, gastroprotettivi ed epatoprotettivi.
  • In Cina, antiche ricette che utilizzavano petali di fiore di loto sono state trovate scritte su pezzi di bambù e seta.
  • Nella Francia medievale, i fiori di calendula ( C. officinalis ) venivano usati nelle insalate e ci sono prove che gli Aztechi mangiavano fiori di zucca ( Curcubita pepo L.) e fiori di manioca nelle Americhe ( Kirker e Newman, 2016 , Mlcek e Rop, 2011 ).

I fiori hanno un buon sapore e sono particolarmente adatti per decorare insalate o altri piatti.

Possiedono caratteristiche sensoriali e valori nutrizionali che li portano a essere considerati alimenti funzionali.

La parte del fiore più utilizzata sono i petali che dal punto di vista nutrizionale contengono:

–        Acqua

–        Zuccheri

–        Proteine

–        Minerali (Zn, K, Ca) minerali indispensabili nella dieta umana

–        Lipidi

–        Ma anche sono una fonte molto importante e indispensabile di metaboliti che hanno un’azione antiossidante.

MA QUALI SONO QUESTE SOSTANZE ANTIOSSIDANTI E DA COSA CI DIFENDONO

Sono metaboliti che vengono chiamati:

–        Polifenoli

–        Flavonoidi

–        Antociani

–        Carotenoidi e vitamina C

queste sostanze antiossidanti permettono al fiore di difendersi da agenti patogeni, raggi UV, rallentandone l’appassimento causato dai radicali liberi, garantendone così una lunga durata.

Quando consumiamo i fiori queste proprietà antiossidanti vengono trasferite a noi donando al nostro corpo numerosi benefici.

Queste sostanze riescono ad INIBIRE LO STRESS OSSIDATIVO che danneggia le nostre cellule, quindi sono importanti perché proteggono le nostre cellule dai radicali liberi

I radicali liberi

I Radicali Liberi sono molecole che si formano normalmente durante i processi di respirazione della cellula, altamente reattive, reagiscono con tutte le molecole di cui il corpo è costituito, proteine, lipidi, e il DNA

La formazione di radicali liberi dipende anche da fattori esterni tipo: il fumo di sigaretta, le radiazioni eccitanti (UV) e ionizzanti, i farmaci, i pesticidi, l’inquinamento ambientale, lo stile di vita sedentario, una alimentazione non corretta.

Le molecole antiossidanti ci difendono dai radicali liberi, le troviamo nei vegetai, frutta e verdura e anche … nei fiori.

Il colore dei petali è il risultato della presenza di diverse molecole antiossidanti, fra le quali troviamo: le antocianine, una famiglia di molecole, che donano il colore viola, rosso o rosa e i carotenoidi che determinano il giallo e arancio.

L’assunzione di alimenti ricchi di agenti antiossidanti è stata associata alla diminuzione di numerose patologie come il diabete, le malattie cardiovascolari, respiratorie e neurologiche. 

Troviamo la loro maggiore concentrazione nel periodo di massima fioritura.

Alcune proprietà nutrizionali dei fiori:

il fiore dell’erba cipollina ( Allium schoenoprasum L.), una pianta originaria dell’Europa e dell’Asia, coltivata fin dal Medioevo, è una buona fonte di acid grassi insaturi (circa il 13%), linoleico e oleico. Anche i petali di calendula ( C. officinalis ) e i fiori di primula hanno mostrato un buon contenuto di grassi acidi grassi. La calendula si distingue per il suo alto contenuto di acidi grassi insaturi (59,3%).

Oltre alle proprietà antiossidanti, viene spesso segnalata l’attività antidiabetica associata ai fiori, come ad esempio il potenziale ipoglicemizzante dei fiori di Calendula pepo contro l’α-glucosidasi; i fiori di Malva sylvestris L. presentano invece un’elevata attività di inibizione dell’α-amilasi e dell’α-glicosidasi.

Poiché nelle preparazioni vengono utilizzate solo piccole quantità di fiori, il loro consumo si inserisce all’interno di uno stile di vita e alimentare sano ed equilibrato.

In cucina i fiori commestibili dovrebbero essere preferibilmente consumati al naturale in succhi o insalate non solo per sfruttare la loro freschezza e il colore gradevole, ma anche per un maggiore assorbimento e disponibilità dei nutrienti.

Sebbene esista un’ampia varietà di fiori commestibili, non tutti lo sono, alcuni infatti sono addirittura tossici. Pertanto, la corretta identificazione delle specie commestibili è fondamentale per evitare problemi alla salute, in molti casi le specie commestibili e quelle tossiche sono simili.

Inoltre, conoscere l’origine dei fiori commestibili è essenziale per garantirne la sicurezza, si deve infatti essere certi dell’assenza di fertilizzanti ed erbicidi utilizzati durante la loro coltivazione.